Paola Bocci commenta la bocciatura in Aula, durante la discussione sull’assestamento di bilancio, di emendamenti e ordini del giorno in particolare sull’urgente e necessario sostegno al settore cine-audiovisivo
Eppure, nel Poa, il Programma operativo annuale per la cultura 2022, “tra gli obiettivi prioritari di intervento c’è l’approvazione di un pacchetto di misure, da finanziare attraverso l’utilizzo di fondi Fesr e Fse, rivolto al settore della cinematografia e diretto a finanziare, attraverso specifiche linee di azione, anche la produzione cinematografica, attraverso l’erogazione di contributi alle produzioni cinematografiche e dell’audiovisivo realizzate sul territorio regionale, e l’esercizio cinematografico, sempre con contributi rivolti alle imprese che svolgono attività in Lombardia – ha ricordato Bocci in Aula all’assessore regionale alla Cultura Galli –. Ma nel momento di appostare risorse vere, in assestamento non abbiamo visto nulla. Il mio ordine del giorno è stato bocciato, quindi questo significa che la Giunta Fontana e l’assessorato alla Cultura fanno solo chiacchiere”.
Nell’atto, la consigliera dem chiedeva di riconoscere nel settore cinematografico e audiovisivo una leva di sviluppo e crescita economica e culturale della regione, intervenendo con strumenti e azioni, anche di carattere interassessorile, prevedendo un bando per la promozione e la valorizzazione dell’’intera filiera dell’audiovisivo e un ‘Film Fund’, che manca da 5 anni in Lombardia, rivedendo anche funzioni e organico della Fondazione Film Commission.
E inoltre sostegni alle imprese per renderle più competitive, supporti per la formazione, campagne di sensibilizzazione per attrarre nuovi pubblici a partire dalle scuole, e un tavolo permanente di confronto con imprese e operatori.
“Ma anche stavolta ci penseranno domani, ignorando che l’assestamento di bilancio rappresentava lo strumento giusto per trasformare le parole in fatti concreti – conclude Bocci –. Mentre altre regioni si stanno già muovendo, la Lombardia è ferma e continua a ignorare le imprese, le lavoratrici e i lavoratori del settore culturale, in crisi da anni, ma che, se adeguatamente sostenuto, sarebbe una formidabile leva di sviluppo per tutto il territorio lombardo”.
Milano, 29 luglio 2022