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Su test e tamponi è ora di voltare pagina. Con una mozione urgente presentata martedì scorso in aula (ma non ancora discussa) il gruppo del Partito democratico ha chiesto alla Regione di cambiare strategia su test e tamponi, facendosi direttamente carico della sorveglianza sanitaria.
La Regione, si legge nel documento, deve eseguire a proprio carico, nell’ambito del servizio sanitario regionale, i tamponi di controllo a chi ha un test sierologico positivo agli anticorpi e deve avviare la sorveglianza attiva e il tracciamento dei contatti delle persone risultate contagiate dal virus. Il Pd chiede, sul modello di quanto fatto da altre Regioni, di definire una tariffa standard per i test sierologici eseguiti dai laboratori privati e l’identificazione dei laboratori e tipi di test autorizzati, (test rapido su sangue capillare e test mediante prelievo). La Regione deve, inoltre, predisporre un piano regionale pubblico per l’accesso ai test, che veda le ATS come interlocutrici delle aziende e ponga come prioritario lo screening pubblico sulla popolazione delle aree più colpite.
“La Regione – spiega il capodelegazione Pd in commissione Sanità, Gian Antonio Girelli – non ha mai creduto nello screening di massa come metodo per fermare il contagio, a differenza di altre Regioni e altri Paesi che sono riusciti a contenere molto meglio i focolai. Ora siamo alla prova delle riaperture e chiediamo che, soprattutto per chi torna al lavoro, a contatto con colleghi e clienti, ci sia un controllo pubblico e gratuito, da parte delle ATS, che possano così controllare il virus. Non un capriccio, ma quanto previsto dalla legge regionale sulla sanità che assegna alle ATS la sorveglianza sanitaria dei luoghi di vita e di lavoro. Anche con le ultime delibere, quelle sull’apertura ai privati e alle aziende della possibilità di fare i test sierologici in ambito privato, la Regione ha di fatto confermato di non credere allo screening pubblico ed esteso. Una strategia sbagliata, che mette di nuovo a rischio i lombardi ”.
Sulla prima campagna di screening sulla popolazione, che prevede l’utilizzo del test sierologico per operatori sanitari e cittadini che hanno trascorso la quarantena obbligatoria o fiduciaria, il Pd ha chiesto anche un’audizione urgente del direttore generale welfare, Luigi Cajazzo.

RedazioneNovità7ggPd509

 

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