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Per i territori tra i più flagellati dal Covid-19 sarebbe un segnale di speranza e di ripartenza. Per bresciani e bergamaschi una rivincita sulla tragedia. Un progetto ambizioso che deve diventare la sfida dell’intera Lombardia.
Brescia è una città artisticamente ricca, con passeggiate suggestive, tra le vestigia romane e quelle medievali, tra le piazze maestose e gli antichi monasteri. Ma è anche un centro con dintorni importanti, come la Franciacorta o la Valle Camonica con le sue incisioni rupestri.
Per Bergamo, che è stata crocevia nella storia di scambi artistici e culturali con un centro importantissimo come Venezia, come testimoniano ancora oggi le imponenti mura, sarebbe un riconoscimento importante, una rivincita sul disastro.

Con una mozione il gruppo del PD ha chiesto che la Regione Lombardia sostenga con convinzione la candidatura unitaria di queste due città a capitali della cultura italiana per il 2023. Il Presidente e la Giunta promuovano con forza il dossier presentato da Giorgio Gori ed Emilio Del Bono, i sindaci dei due comuni capoluogo delle province tra le più colpite dalla pandemia di Covid-19.

“Abbiamo bisogno di lasciarci alle spalle il suono delle ambulanze, il conteggio dei decessi, le famiglie e le imprese in ginocchio per la crisi – spiega il consigliere bresciano Gianni Girelli – Brescia è una città artisticamente ricca, multiforme, che offre al visitatore passeggiate suggestive, tra le vestigia romane e quelle medievali, tra le piazze maestose e gli antichi monasteri. Ma è anche un centro con dintorni importanti, con paesaggi bellissimi – penso alla Franciacorta o alla Valle Camonica con le sue incisioni rupestri. Il territorio bresciano a buon titolo può gareggiare perché coniuga storia, arte, cultura ed enogastronomia”.

“In questa fase difficile, che alterna i timori per un virus non ancor debellato e il ricordo della tragedia, di quei camion militari con le bare dei nostri cari, abbiamo però la necessità di guardare al futuro. L’idea lanciata da Giorgio Gori insieme a Emilio Del Bono è una scommessa importante. Un progetto ambizioso che deve diventare la sfida non solo di Bergamo e Brescia, ma dell’intera Lombardia – dice il consigliere bergamasco Jacopo Scandella – Per Bergamo, che è stata crocevia nella storia di scambi artistici e culturali con un centro importantissimo come Venezia, come testimoniano ancora oggi le imponenti mura, sarebbe un riconoscimento importante diventare capitale della cultura. Per i bergamaschi sarebbe una rivincita sul disastro”.

E sarebbe sicuramente un segnale importantissimo anche per tutto il settore culturale lombardo che nella nostra regione è stato finora un po’ trascurato. Il consiglio regionale ha votato a fine marzo il Piano triennale della Cultura, ma la giunta, lo sottolinea a consigliera Paola Bocci, componente dell’ufficio di presidenza in commissione Cultura “non ha ancora creato alcuna occasione istituzionale di dialogo”.

“In realtà – dice Bocci – manca da Regione Lombardia una visione organica sul futuro di tutto il settore culturale lombardo e la reale consapevolezza che attraverso la valorizzazione di beni e attività culturali potrà esserci una vera ricostruzione, perché sono leve di sviluppo sociale, cognitivo ed economico. Arriverà a breve il Piano annuale, i tavoli di confronto potevano essere l’occasione di crearlo insieme a tutti i soggetti coinvolti. Si troveranno a dover fare osservazioni a un piano precostituito? Mai come in questo momento è invece necessaria una collaborazione tra istituzioni e soggetti, pubblici e privati, che operano nel nostro territorio, per ridare fiducia a un settore che ha più di altri patito le conseguenze dell’emergenza, e per rilanciare la sua importanza per tutta la comunità”.

RedazioneNovità7ggPd509

il disegno che abbiamo pubblicato in primo piano rappresenta la Dea Atalanta che abbraccia il Leone del Brescia Calcio ed è stato realizzato da Sara Nicoli

PD Regione Lombardia