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Regionali, proposta PD: abolizione listino e limite dei due mandati consecutivi per il presidente

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COMUNICATO STAMPA

Legge elettorale, proposta del PD: abolizione del listino e limite dei due mandati consecutivi per il presidente

Adamoli: imperdonabile non approvare legge prima delle regionali

Abolizione del listino, premio di governabilità fissato ad un ragionevole 55%, incandidabilità del presidente dopo due mandati consecutivi, pari rappresentanza di uomini e donne nelle liste per il Consiglio regionale. Questi sono i punti qualificanti della proposta di legge regionale avanzata in Regione Lombardia dal gruppo del Partito Democratico e che, secondo il capogruppo Carlo Porcari, dovrà essere discussa entro pochi mesi, per arrivare alle elezioni regionali di primavera con la nuova legge.

La proposta di legge, composta di quattordici articoli, in armonia con il nuovo Statuto d’autonomia della Regione Lombardia, modifica la precedente normativa introdotta con la norma transitoria della riforma della Costituzione avvenuta nel 1999.

Come previsto dallo Statuto della Regione, è riaffermata l’elezione contestuale e diretta del Presidente della Giunta regionale e del Consiglio regionale.

La legge introduce però alcune importanti innovazioni:

in primo luogo è abolito il listino del Presidente, ovvero quel gruppo di sedici Consiglieri che, sottratti al confronto diretto con gli elettori, oggi entrano in Consiglio al seguito del candidato alla presidenza che risulta vincitore. Ogni consigliere sarà eletto direttamene dal corpo elettorale e il premio di governabilità sarà garantito, come avviene per la Camera e per il Senato, attribuendo alla coalizione o alla lista vincente almeno il 55% dei seggi, a meno che la percentuale ottenuta alle elezioni sia superiore.

È introdotta la incandidabilità del Presidente immediatamente successiva a due mandati consecutivi.

La soglia di sbarramento per le liste che si presentano da sole o in coalizione è fissata al 3%. Nelle coalizioni che hanno superato il 6%, qualora una lista abbia raggiunto la soglia del 3%, si avvale proporzionalmente dei voti delle liste della coalizione che non hanno raggiunto il 3%. Ogni lista o coalizione che intenda partecipare alle elezioni regionali deve essere presente in almeno cinque circoscrizioni provinciali.

Ogni provincia sarà rappresentata da almeno un consigliere.

È garantita nelle liste la rappresentanza di uomini e donne: nelle liste che prevedono più nomi (nella maggior parte delle province) i candidati seguono l’alternanza di genere.

Non sono più incompatibili i sindaci dei comuni fino a 5.000 abitanti.

All’elettore è garantito il voto di preferenza, limitato a uno.

“La legge elettorale – ha spiegato Giuseppe Adamoli, ex presidente della commissione Statuto - è uno dei quattro elementi, con il Consiglio delle autonomie locali, la Commissione di garanzia statutaria e il Consiglio per le pari opportunità che ancora mancano per completare l’autoriforma dell’istituzione regionale. Sarebbe imperdonabile se questa legislatura passasse senza la nuova legge elettorale in armonia con la Costituzione e con la legge nazionale ultima, approvata ben cinque anni fa”.

“Ci auguriamo – continua Adamoli - che anche la legge elettorale venga approvata con grande condivisione in Consiglio regionale, com’è avvenuto per lo Statuto e per il nuovo Regolamento. Sarebbe invece sbagliato che la maggioranza tentasse di approvare un testo non condiviso. Se così sarà le sbarreremo il passo”.

In merito al divieto per il presidente di candidarsi per più di due mandati consecutivi (Formigoni sarebbe al quarto), secondo il capogruppo Carlo Porcari “esiste un problema politico, non un problema tra maggioranza e opposizione ma di qualità della democrazia. In tutte le democrazie del mondo chi assume una carica di governo per elezione diretta ha il limite di due mandati. Così avviene anche in Italia per i sindaci, anche quelli dei più piccoli comuni.”

Milano, 24 settembre 2009


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